Il panorama gastronomico del Lazio, e in particolare di Roma, si rivela un mosaico in continua evoluzione, come testimonia la nuova Guida Roma e il meglio del Lazio 2026 del Gambero Rosso.
Lungi dall’essere un sistema monolitico, il tessuto ristorativo si scompone in filoni diversi, intrecciando tradizione e innovazione, radicamento territoriale e apertura al mondo.
Mentre il centro storico di Roma mantiene salde le sue fondamenta, con indirizzi classici che incarnano l’autenticità della cucina romana e vantano relazioni consolidate con produttori e una clientela affezionata, una nuova generazione di ristoratori sta germogliando nei dintorni della Capitale e nei borghi del Lazio.
Si tratta di iniziative dinamiche, spesso guidate da giovani imprenditori, che rivitalizzano aree marginali e riscoprono la ricchezza dei prodotti locali.
Questi nuovi spazi non solo rispondono a un desiderio di ritorno alle origini, ma anche a una ricerca di esperienze autentiche e stimolanti, capaci di fondere gastronomia e cultura.
Antonella De Santis, curatrice della guida, sottolinea come questa vivacità dimostri la capacità del settore di accogliere nuove istanze, aprendosi a abitudini di consumo inedite e stimoli intellettuali.
Esempi emblematici sono “Tante Care Cose” e “Shell Libreria Bistrot”, luoghi ibridi dove la ristorazione si fa complemento di letteratura, arte e convivialità.
La guida celebra la pluralità di approcci alla ristorazione, dalla cucina rurale rivisitata, come nel caso di “Al Madrigale” di Tivoli, espressione di una nuova attenzione ai sapori autentici del territorio, alle interpretazioni creative della cucina internazionale, come nel ristorante “Nomisan”, insignito del prestigioso riconoscimento di Tre Mappamondi.
Un ruolo di primo piano è riservato ai ristoranti che si distinguono per la loro identità gastronomica, incardinata in una visione d’autore.
“Zia”, con l’assegnazione di Tre Forchette, incarna questo percorso di evoluzione costante, raggiungendo una piena espressione della propria creatività.
La guida non si limita a presentare le novità – tra cui spiccano “Shell Libreria Bistrot” e “Tante Care Cose” a Roma, “Ippolito” a Fiumicino e “Al Madrigale” a Tivoli – ma celebra anche l’eccellenza attraverso riconoscimenti speciali, come il premio “Sommelier dell’Anno” dedicato a Sara Checchelani, e l’intitolazione del premio allo stesso nome in memoria di Mara Severin, sommelier prematuramente scomparsa.
Vengono inoltre riconosciuti l’impegno nella valorizzazione del territorio, l’attenzione alla sostenibilità, l’offerta vegetariana, l’accoglienza e la qualità dell’offerta agrituristica, l’avanguardia culinaria, e l’eccellenza delle cantine, con un omaggio a “La Pergola” di Roma.
L’edizione 2026 si apre anche alla riflessione sul litorale romano, un’area in continuo divenire, e sull’evoluzione della ristorazione alberghiera, con una crescente attenzione all’offerta di esperienze gastronomiche di alto livello, che spaziano dal fine dining alle osterie più informali.
Il fenomeno, che vede i romani prenotare un tavolo nei ristoranti degli hotel, segna un ritorno al piacere di un’esperienza culinaria completa e ricercata.
Infine, in un’ottica di innovazione e maggiore accessibilità, la guida si trasforma in formato digitale, con aggiornamenti continui e sempre più ravvicinati, per accompagnare il lettore alla scoperta del dinamico e variegato mondo della ristorazione romana e laziale.



