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venerdì 5 Dicembre 2025

Vini dealcolati: Urge Regolamentazione per Tutelare Qualità e Consumatori

La crescente popolarità dei vini dealcolati sta ridefinendo il panorama enologico italiano, sollecitando un’urgente riflessione sulla necessità di una regolamentazione precisa e trasparente.

Martin Foradori Hofstätter, figura di spicco nel panorama della produzione dealcolata in Alto Adige, ha recentemente riacceso il dibattito, evidenziando come l’imminente concretizzazione del decreto che ne permette la produzione non sia sufficiente a garantire un mercato equo e informativo per il consumatore.

Il cuore della questione risiede nella distinzione cruciale tra i vini dealcolati, frutto di un processo che sottrae alcol a un vino precedentemente prodotto seguendo le tradizionali tecniche vitivinicole, e le bevande a base di mosto arricchite con aromi, additivi o altri ingredienti che ne alterano radicalmente la composizione e il valore intrinseco.

L’assenza di una chiara differenziazione rischia di confondere il consumatore e di svilire il lavoro di coloro che producono vini dealcolati di alta qualità, rispettando le consolidate pratiche vitivinicole.
Foradori Hofstätter sottolinea come il mercato del vino dealcolato stia vivendo una rapida espansione anche in Italia, alimentata da una crescente attenzione verso uno stile di vita più sano e da una più ampia offerta di bevande non alcoliche.

Tuttavia, questa crescita non deve tradursi in una perdita di identità e di qualità.

L’appello rivolto alla politica è diretto: è imperativo tutelare il know-how e la competenza del comparto vitivinicolo, riconoscendo il vino dealcolato come un prodotto derivato dalla viticoltura, e proteggerlo dalla concorrenza sleale di bevande artificiali.

La questione del termine “vino” è centrale: Foradori Hofstätter ribadisce con fermezza che, essendo il vino dealcolato un prodotto originario del vino, la sua denominazione è legittima, purché accompagnata dalla specifica dicitura “dealcolato” che ne indica la natura.

Un elemento cruciale, a garanzia del consumatore, è che il vino dealcolato beneficia delle stesse protezioni e controlli previsti per i vini tradizionali, assicurando un livello di qualità e tracciabilità elevato.

Questa equivalenza di garanzie rappresenta un vantaggio significativo per il consumatore, che può quindi approcciarsi a questo prodotto con fiducia.
In definitiva, la tutela del vino dealcolato non è solo una questione di etichetta, ma un atto di rispetto verso la tradizione vitivinicola italiana e una garanzia di trasparenza e qualità per il consumatore finale.
L’introduzione di una menzione geografica, come suggerito, potrebbe ulteriormente rafforzare questa tutela, contribuendo a creare un mercato più equo e sostenibile per tutti gli attori coinvolti.

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