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venerdì 5 Dicembre 2025

Pasta biologica: un’eccezione in un mercato agroalimentare sotto pressione.

L’assenza di dazi sull’esportazione di pasta biologica verso gli Stati Uniti rappresenta, al momento, un’eccezione significativa in un contesto commerciale europeo appesantito da nuove barriere tariffarie.

Questa informazione, confermata da Raffaele Drei, presidente di Fedagrioesca Confcooperative, durante un convegno dedicato al biologico presso l’azienda marchigiana Girolomoni, evidenzia una complessità strategica che va ben oltre la singola eccezione.
Il panorama commerciale attuale, segnato da tensioni geopolitiche e revisioni delle politiche tariffarie, mette a dura prova il settore agroalimentare italiano, in particolare quello specializzato in prodotti di nicchia e di alta qualità.
Formaggi, soprattutto quelli a Denominazione di Origine Protetta (DOP), il vino, l’olio extravergine d’oliva e il miele si trovano tra i comparti più vulnerabili.
Questi prodotti, espressione di un patrimonio culturale e agroalimentare secolare, sono particolarmente sensibili alle fluttuazioni del mercato internazionale e alle nuove restrizioni all’importazione.
La situazione è resa ancora più problematica dalla mancanza di trasparenza e dalla contraddittorietà nell’applicazione delle nuove tariffe da parte delle autorità doganali statunitensi.
Questa ambiguità crea un clima di profonda incertezza per le imprese italiane, costringendole a operare in un contesto di instabilità che compromette la pianificazione strategica e la sostenibilità dei loro investimenti.
La mancanza di chiarezza sulle procedure doganali rende difficile per le aziende prevedere i costi di esportazione e adattare di conseguenza le loro strategie di prezzo e produzione.
L’eccezione della pasta biologica, pur rappresentando un’opportunità, non deve offuscare la gravità della situazione complessiva.

La capacità di reagire e di superare queste difficoltà richiederà un’azione coordinata tra le associazioni di categoria, le istituzioni governative e le imprese stesse.
È necessario sollecitare un dialogo costruttivo con le autorità statunitensi per chiarire le modalità di applicazione delle tariffe e per promuovere accordi commerciali che favoriscano lo scambio di prodotti agroalimentari di qualità.
L’innovazione, la ricerca di nuovi mercati e la valorizzazione delle specificità dei prodotti italiani saranno elementi chiave per affrontare questa sfida e per garantire la competitività del settore agroalimentare italiano nel lungo periodo.

La resilienza e l’adattabilità saranno, dunque, le virtù necessarie per navigare in queste acque agitate e preservare il futuro di un settore cruciale per l’economia e l’identità italiana.

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