Le nazioni dell’Europa meridionale, Italia, Grecia e Spagna in primis, si distinguono per un approccio alimentare che concilia salute umana e sostenibilità ambientale, come recentemente confermato da una ricerca congiunta dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Centro di Ricerca Alimentare e Nutrizione (CREA).
Questo studio, parte del più ampio progetto europeo Plan’Eat e realizzato in occasione del decennale del riconoscimento UNESCO della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità, ha analizzato l’aderenza a una “dieta per la salute del pianeta” in undici Paesi europei, rivelando un quadro significativo.
Il concetto di “dieta per la salute del pianeta” – ispirata a principi nutrizionali ottimali per la salute umana e alla necessità di ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare – si manifesta, in queste regioni, in una tradizione culinaria profondamente radicata.
Si tratta di un modello basato su un consumo prevalente di verdure, frutta di stagione, legumi di ogni tipo, cereali integrali e frutta secca, intervallato da limitate quantità di carni rosse e latticini.
Tale schema nutrizionale, pur non coincidendo perfettamente con la dieta mediterranea – che ne costituisce l’espressione culturale più ampia – ne rispecchia i principi fondamentali, evidenziando una notevole consonanza.
Tuttavia, la direttrice del reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’ISS, Laura Rossi, sottolinea con cautela che anche nel Sud Europa si osserva una tendenza all’abbandono delle abitudini alimentari tradizionali.
La globalizzazione, l’influenza di modelli alimentari occidentali e l’aumento della disponibilità di prodotti trasformati stanno erodendo, seppur lentamente, l’eredità culturale che ha plasmato le abitudini alimentari di queste popolazioni.
Nonostante ciò, l’influenza positiva di questo modello alimentare persiste, contribuendo a una maggiore aderenza ai principi di salute e sostenibilità.
Il riconoscimento UNESCO del 2010 non ha semplicemente consacrato la dieta mediterranea come un insieme di ricette, ma come un vero e proprio stile di vita, un “sapere fare” che incarna conoscenze ancestrali, tecniche di coltivazione e raccolta, e pratiche di trasformazione degli alimenti.
Va oltre la semplice alimentazione, integrando aspetti sociali, culturali e ambientali.
Essa si configura come un potente strumento per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, promuovendo la biodiversità, la resilienza delle comunità locali e la tutela del patrimonio culturale.
La dieta mediterranea, in questo senso, rappresenta un esempio virtuoso di come l’alimentazione possa diventare un elemento chiave per la costruzione di un futuro più equo e sostenibile, valorizzando la condivisione e il dialogo tra le culture e rafforzando il legame tra le popolazioni del Mediterraneo e il loro territorio, preservando un’identità culturale unica e un senso di continuità generazionale.
La sua promozione non è solo un imperativo per la salute pubblica, ma anche un atto di responsabilità nei confronti del pianeta e delle future generazioni.



