La cucina napoletana, più che una semplice tradizione culinaria, è un palcoscenico vibrante dove si intrecciano storia, cultura popolare, geografia e una profonda spiritualità.
Luciano Pignataro, nel suo volume per Hoepli, “La cucina napoletana”, ci offre non una mera raccolta di ricette, ma un viaggio immersivo nel cuore di un’identità complessa e affascinante.
Il libro, che si presenta in un formato elegante e accessibile, evita le convenzioni di un manuale tecnico, preferendo un approccio narrativo.
Pignataro non si limita a descrivere ingredienti e tecniche, ma ne svela le origini, il significato simbolico e il ruolo sociale.
Attraverso aneddoti, testimonianze dirette e riferimenti storici, ricostruisce il percorso evolutivo della gastronomia partenopea, dalle influenze greco-romane e arabo-siciliane all’epoca borbonica, fino alle trasformazioni contemporanee.
La cucina napoletana è intrinsecamente legata al territorio.
La ricchezza della terra vulcanica del Vesuvio, la posizione strategica sul Mar Mediterraneo e la vicinanza a risorse naturali abbondanti hanno contribuito a creare una biodiversità unica, che si riflette nella varietà degli ingredienti utilizzati.
Il pomodoro, l’aglio, l’olio d’oliva, la mozzarella di bufala, le alici, il basilico: questi sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano il sapore inconfondibile dei piatti napoletani.
Ma la cucina non è solo materia prima.
È anche saper fare, è l’arte di trasformare ingredienti semplici in creazioni gustose e appaganti.
È la passione della nonna che tramanda segreti e ricette, è l’abilità del pizzaiolo che dosa lievito e farina con maestria, è l’ingegno del pescatore che interpreta i ritmi del mare.
Pignataro esplora queste dinamiche, mettendo in luce il ruolo fondamentale della tradizione orale e del passaparola nella trasmissione del sapere culinario.
Il libro dedica ampio spazio ai piatti iconici della cucina napoletana: la pizza, naturalmente, con le sue innumerevoli varianti; la pasta e fagioli, un piatto povero ma ricco di sapore; la frittura di paranza, un omaggio al mare; la pastiera, un dolce complesso e raffinato che celebra la Pasqua.
Ma Pignataro non si ferma qui, introducendo anche piatti meno conosciuti, come i “lagane e ceci”, i “baccalà alla pompeiana” o i “zeppolielli”.
Oltre alla componente gastronomica, il libro analizza le implicazioni socio-culturali della cucina napoletana.
La condivisione del cibo, l’ospitalità, la convivialità: questi sono elementi centrali dell’identità napoletana, che si esprimono attraverso rituali e tradizioni secolari.
Il cibo è un momento di aggregazione, un’occasione per rafforzare i legami familiari e comunitari, un’espressione di amore e generosità.
“La cucina napoletana” di Luciano Pignataro è quindi un’opera che va oltre la semplice descrizione di ricette.
È un viaggio emozionante nel cuore di una cultura millenaria, un omaggio alla passione e alla creatività di chi ama il cibo e la condivisione.
Un libro che invita a riscoprire il valore della tradizione, la bellezza della semplicità e il piacere di stare a tavola con le persone che amiamo.
Un invito, insomma, a celebrare la straordinaria ricchezza della cucina napoletana.



